RACCONTARE...........
La
mia o meglio la nostra seconda Parigi-Brest-Parigi
non è per niente facile. Come non è stato per niente
facile portarla a termine.
Non
è stato facile superare i brevetti di qualificazione,
ormai gli anni avanzano i tempi di recupero si allungano
e le distanze non cambiano, un km son sempre mille
metri e tanti mille metri diventano tanti km. Se
nel 2003 era stato Marte ad illuminare le nostre
notti nel 2007 è stato Giove o chissà quale altro
pianeta a bagnare giorno e notte e per tutto il
percorso le nostre pedalate.
Con
la pioggia spingere sui pedali diventa molto più
difficile ed impegnativo. Concludere in 75
ore e 20 minuti con cinque ore di vantaggio sul
tempo massimo è stata un grande impresa. Devo ringraziare
i miei compagni senza di loro non c’è l’avrei fatta.
Non mi hanno mai lasciato un attimo solo. Più volte
li ho spronati andare, non aspettarmi, per loro
sarebbe stato un vantaggio, arrivare tranquilli
anche con 10/12 ore di anticipo sul tempo impiegato.
Loro
sono più forti, hanno un passo in più, vederli rallentare
in salita ed ancor più vederli in fondo alla discesa
fermi ad aspettare mi si stringeva il cuore e seppur
navigato da tanti brevetti e randonneè i brividi
e le emozioni dipinte sul mio viso credo non siano
passate inosservate. Si purtroppo anche in discesa
andavo piano, dopo 350 km in una discesa avevo perso
il controllo della mia “specialissima”
Purtroppo
quello spavento ha minato la mia sicurezza, la paura
di una caduta mi perseguitava; non ero tranquillo
ma mai ho pensato al ritiro. Poi in un altra discesa
è successo di peggio, Dario ha visto tutto, era
d’avanti a me, alle mie urla ha rallentato mentre
io lo superavo senza più il controllo della mia
bicicletta non so come ma mi sono fermato sul ciglio
opposto della strada, Dario mi ha sfilato la bici
mi ha preso e mi ha abbracciato rincuorandomi.
Mentre
Enzo avvisava Mimmo e Vittorio mi sono ripreso.
Avevo davanti ai miei occhi quattro amici fermi
ad aspettare ho pensato “non posso fargli perdere
altro tempo” sono risalito in sella e ripartito
in quel momento ricominciava la mia nuova PBP mi
ero tranquillizzato ho ripreso fiducia da li in
poi non ho più rischiato nulla. Giunti al ristoro
Mimmo ha controllato la mia bici, avevo la ruota
anteriore sgonfia, gonfiata la ruota, ascoltato
i loro consigli di non continuare a frenare ma lasciare
scorrere la mia “specialissima” ha smesso di “sbacchettare”.
In salita andavo piano perché la salita per me è
sempre salita.
Nei
momenti di crisi non so il perché arrivavano
sempre delle telefonate o dei messaggi che ti ridavano
la carica, ve ne leggo un paio che ho tuttora nella
memoria del telefono: “RICORDATI CHE LA SOFFERENZA
DI OGGI SARA’ SEMPRE MENO DEL RIMPIANTO DI DOMANI
NON RITIRATEVI, FATE GRUPPO, AIUTATEVI FRA VOI E
NON MOLLATE....”
“SIETE
PRONTI PER LA GRANDE AVVENTURA IN BOCCA AL LUPO!
AUGURI A TUTTI e STATE ATTENTI.”
C’è
un altro aspetto molto importante. Per poter superare
queste prove serve tantissima tranquillità. Ognuno
di noi ha alle spalle una famiglia, una moglie,
dei figli, un mamma, un papà, un sorella, un fratello,
che condividono la nostra passione e certe volte
la subiscono perché quest’anno abbiamo passato tantissime
ore lontano da loro in sella alla nostra specialissima.
Sicuramente questa nostra avventura è da dedicare
a loro. Per tutto questo la nostra società è stata
premiata alla fiera del ciclo di Milano.
Cecilio,
Mimmo, Giacomo, Dario, Costantino,. Enzo, Francesco,
Ermanno e Vittorio sono il G8+1
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