Coast-to-Coast...
Spettatori di una grande impresa…
Tutto
ebbe inizio nel lontano 1994, dalle prime avventure
in cui accompagnammo Mimmo (io, Veronica e Luca)
con passeggini e camper alle Granfondo in Italia
attendendolo sulla linea dei traguardi. L’abbiamo
poi accompagnato nelle randonnèe: Roma-Bergamo,
Paris-Brest-Paris, Albano S.A.-Lourdes, macinando
chilometri con quattro ruote, conoscendo la geografia
e... i suoi abitanti. Poi... quest’anno l’America
con i 5.000 km della Coast-to-coast. Una vera impresa,
per la preparazione, l’impegno fisico, mentale,
di tempo (prima e durante), di recupero ma soprattutto
di emozioni. Un’impresa che tiene alta l’adrenalina,
non solo a chi la vive da protagonista ma anche
a chi la vive da comparsa.
E’
come seguire un copione che ti distoglie dalla routine
quotidiana, assorbita dal ruolo che ti è stato dato
all’interno della sceneggiatura. Bisogna provare
a vivere questi ruoli, sentirsi partecipi, utili
e condividere queste emozioni grandi. Se vissute,
dosando nelle giuste quantità tutti gli ingredienti
di sentimenti che richiedono, alimentano il rapporto
dandogli quella forza che lo ravviva e rinsalda.
Anche questo è vivere lo sport, partecipare per
esso e con esso, imparando ad ascoltare in silenzio
e a partecipare sorridendo, condividendo quella
dose di emozioni che ti ricaricano la vita di sempre
dandogli un valore aggiunto e facendo imparare ai
tuoi figli dove lo si può trovare!
Monica
Dopo
questa avventura...
Due
parole le devo scrivere anchio. Questa sicuramente
è stata l’esperienza più belle vissuta in bicicletta.
Un grazie va sicuramente a due persone: Cecilio
che mi ha convinto con la sua determinazione a partecipare,
e Nico Valsesia l’ideatore della Coast-to-Coast,
per la grande capacità organizzativa e simpatia
dimostrata in quei 20 giorni indimenticabili per
me e credo anche per tutti i partecipanti. Ma un
grande grazie va alla mia famiglia che da quando
ho deciso di partecipare a questa avventura mi ha
sempre sostenuto e incitato.
Senza
tutti questi ingredienti la mia Coast-to-Coast non
avrebbe avuto successo. Sicuramente è stata la corsa
della vita, estenuante dura, mentalmente e fisicamente.
Però posso dire che è stata la corsa che mi ha dato
tanto, più fiducia nelle mie possibilità sia fisiche
che mentali. Grandi amicizie fatte sul campo dove
le difficoltà giorno per giorno ci hanno messo a
dura prova. E poi la mia famiglia che giorno e notte
(visto il fuso orario) mi ha seguito prima per telefono
poi sul percorso. Il racconto delle tappe l’ha scritto
Cecilio, tutte le sere prima di dormire facevamo
il riassunto della tappa e Cecilio prendeva appunti.
Anche se io tutte le volte che vedo Cecilio portare
a termine prove così spaventosamente dure rimango
abbilito dalla sua determinazione e caparbietà nel
resistere fino alla fine. (60 anni sono sempre 60
anni).
Un
augurio lo faccio a tutti quelli che amano il ciclismo
come me auguro che un giorno possano partecipare
e portare a termine la loro Coast-to-Coast.
Mimmo
Coast-to-Coast...
Era metà febbraio ...
Ero
appena uscito dal dentista e stavo rincasando, squilla
il cellulare “Ciao Cecilio, sono Mimmo, hai visto
che su Cicloturismo, pagina 204, c’e chi organizza
la Coast-to-Coast America?” Combinazione pochi metri
più avanti c’era un’edicola, mi sono fermato e ho
acquistato la rivista. Ho dato subito una sbirciata
alla pagina. Giunto a casa mentre cenavo leggevo
le tappe, mia moglie mi chiese cosa c’era di così
importante, le passai la rivista e dissi “Sarebbe
bello andarci” rispose: “Ta sarè mia mat!”, tacqui.
Quando finii di leggere gli articoli a lei non dissi
nulla ma io ero già in America!
Nel
frattempo passavano i giorni e si avvicinava
il giorno del mio compleanno, mia moglie mi chiedeva
cosa desideravo di regalo, “Sai quest’anno sono
60, è importante!” “Non lo so” rispondevo ma dentro
di me sapevo benissimo cosa volevo. Non trovavo
mai il momento giusto per dirlo. Intanto al mattino
a giorni alterni cominciavo ad uscire presto, alle
6,00 ero già in sella per macinare km. Un mattino
prima di uscire ho lasciato un biglietto con scritto
“Per il mio compleanno vieni con me in America?”
Di solito rientravo verso le 14-15, quel giorno
sono rientrato per pranzo, volevo sapere la sua
risposta, ma niente sembrava che non avesse letto
il messaggio, allora chiesi “non hai visto il biglietto?”,
la sua risposta lapidaria “Scordatelo!”
Io
dal sito internet avevo scaricato tutte
le notizie possibili, quando mi incontravo con Mimmo
l’argomento principale era la Coast-to-coast. Lui
diceva che era meglio se andavamo nel 2010, avevamo
appena fatto la Parigi-Brest-Parigi, un anno di
recupero non era male, la sua idea non faceva una
piega, ma 60 anni sono 60 e poi era il più bel regalo
che potessi avere per il mio compleanno. La domenica
come solito c’erano i figli a pranzo, io rientravo
sempre puntuale, ogni tanto buttavo lì il discorso
dell’America, una domenica diedi loro il programma
e tutti i racconti sulla manifestazione invitandoli
a leggerli con calma. Monia e Simon non si sbilanciarono,
il genero Dimitri e la nuora Michela dissero: “Che
bello! Peccato non vedere l’America.”
Credo
che tutti noi ogni tanto facciamo delle
cose anche se gli altri non le condividono, così
è capitato anche a me. Questa volta no. Non si può
andar via da casa in bici per 25 giorni attrversare
l’America sapendo che i familiari non sono d’accordo
no non si può! Per convincerli avevo un’idea ben
precisa: un pomeriggio, in un momento di calma sul
lavoro, dissi loro: io vorrei fare la Coast-to-Coast,
ma non posso partire se voi non siete d’accordo,
non posso attrversare l’America, in bici, se mi
succedesse qualcosa potreste dirmi “Io te l’avevo
detto di non andare! Ho 60 anni o vado quest’anno
o non credo ci siano altre possibilità. E’ il più
bel regalo di compleanno che potete farmi. Poi sarebbe
bello se voi in agosto mi raggiungete per trascorrere
10 giorni insieme e visitare gli USA, che non abbiamo
mai visto! Non rispondetemi subito pensateci con
calma”.
Nessuno
parlava, ma dai loro visi avevo capito che avevo
colpito nel segno. Sono uscito poi sono rientrato
cercando qualcosa che poteva essere in qualsiasi
posto ma non lì. Stavo per tornare in laboratorio
quando mia moglie disse con amore: ”Tu vai poi noi
vedremo se raggiungerti.”. Ricordo che l’ho baciata
e abbracciata, sono uscito perchè non volevo che
trapelasse l’emozione dipinta sul mio viso.
Da
quel giorno cominciarono i preparativi. A quel punto
dovendo dirlo a Mimmo, telefonai chiesi se c’era
un posto per me: mi disse di andare nel suo negozio
di parrucchiere per le 18. Potete immaginare di
cosa si parlò! Presi coraggio e dissi: “Sai Mimmo,
ho parlato con i miei e posso andarci!” “Ma ci vai
anche da solo?” “E sì, se tu non vieni.” Quella
notte dormii poco, il pensiero di partire da solo
non mi lasciava tranquillo. La sera dopo avevo appena
finito di cenare quando suonò il cellulare, era
Mimmo “Sai Cecilio per l’America ci sono anche io!”
Tutti i dubbi e le paure erano sparite in un attimo.
Da quel giorno alla data di partenza tanti km…Intanto
si era sparsa la voce e tutti che chiedevano com’era
e noi a raccontare della Coast-to-Coast, la famosa
Race Cross America. La manifestazione ciclistica
che parte dalla costa pacifica per arrivare sulla
costa atlantica degli Stati Uniti.
La
Coast-to-Coast è la manifestazione più massacrante
che si disputa sulla Terra. Tutti gli anni una rivista
americana classifica le gare più dure sul pianeta
e in testa da 25 anni, cioè da quando esiste, c’è
la Coast-to-Coast. Tanto per fare un paragone, l’Iroman
delle Hawai è solo al 16° posto. A quella agonistica
in 25 anni solo 164 atleti sono riusciti a terminare
la gara in tempo utile. Si parte da San Diego e
si entra subito nei deserti della California e dall’Arizona
dove si sfiorano i 50 gradi, poi si sale sulle fredde
ed altissime montagne del Colorado dove a 3500 metri
di quota le temperature sono vicino allo zero.
Poi
ci sono i lunghissimi rettilinei del Kansas,
il 90% di umidità del Missouri e dell’Indiana, i
temporali del Middleeast, insomma pedalare per 5000
km superando 38.000 metri di dislivello per arrivare
sulla costa atlantica non sarà una passeggiata.
E’ un sogno che io e Mimmo avevamo nel cassetto
dal lontano 2000 dopo la Randonnèe del Millennio,
la Roma-Bergamo, la Bergamo-Roma-Bergamo, la Parigi-Brest-Parigi
del 2003 e 2007, la Santiago de Compostela, il pellegrinaggio
di Lourdes e tantissimi km nelle gambe.
Per
l’occasione oltre ai nostri sponsor di sempre: Avis
Aido Albano S.A., Mimmo Acconciature, abbiamo trovato
altri amici sponsor: Elettrocablaggi di Endine,
ANAP Associazione Pensionati Bergamo, Caseificio
Preziosa Seriate, Montello s.p.a., Santini Maglificio
Sportivo Dalmine, i quali, hanno contribuito alla
realizzazione di una maglia che ricordi la manifestazione.
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